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Le radici storiche del lavoro all'uncinetto

 
 

Ma quando e perché è nata a Capurso l'arte dell'uncinetto?
Era il periodo dei Napoleonidi (1806-1815) allorquando Giuseppe Napoleone I, ordinò che le fanciulle a scuola imparassero anche le arti, in modo che potessero divenire utili alle loro famiglie e al Regno. In ogni comune i vari proprietari erano tenuti a somministrare alle scuole materie prime, consistenti in canapa, lino, cotone, lana, seta, perchè fossero restituite loro lavorate. Quelle disposizioni apportano un notevole sollievo economico nelle famiglie di Capurso, in quanto non ci fu per tutto il 1800 casa popolana in cui non ci fossero delle filatrici. Spesso erano chiamate in giudizio per aver restituito lavorata della canapa o del lino di peso inferiore a quello della materia prima ricevuta.
Il lavoro all'uncinetto, comunque, era l'attività principale delle donne di Capurso, che, con l'utile ricavato, provvedevano a fare il corredo alle loro ragazze.
Il punto base dell'uncinetto è ancor oggi il "punto anello", con il quale si dà vita a motivi decorativi tramandati di generazione in generazione e che si richiamano sempre alla nostra terra: "a spiga", "a ventaglio", "a rosetta", "a carciofo", "a limone", "a margherita", "a grappolo".
I pezzi più tradizionali erano costituiti da copriletti, da collettini, da montature per camicie da notte, da cuffie, da scarpine per neonati, da tutto ciò che potesse servire ad arricchire un buon corredo.Oggi, tuttavia, sono rimaste in poche a continuare quest'arte in cui per secoli si esercitò la virtù delle donne di Capurso e che rese il paese conosciuto in Italia e all'estero.